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Filosofo "inquieto", "scomodo nichilista" per lungo tempo dimenticato, Giuseppe Rensi (1871-1941) è pensatore di difficile decifrazione. La riflessione qui presentata propone una rilettura della sua filosofia del diritto e politica maturata nel corso del decennio 1912-1922. La prima parte del testo è dedicata a ricostruire le premesse ed i presupposti dell'esito "scettico" cui pervenne la filosofia giuridica rensiana a partire dall'originario "idealismo giuridico assoluto". La seconda parte analizza, invece, le oscillazioni e le incertezze del filosofo negli anni della "crisi" dello Stato liberale e dell'avvento del movimento fascista, con particolare attenzione alla teoria del diritto ed alle implicazioni politiche sottese al compimento della sua "filosofia dell'autorità".